"Di là lungo il fiumicello COSA, dando per la contrada di Alatri, e senza entrare la città, salì un monte verso levante, a quattro chilometri da quella città, che si leva a 475 metri dal livello del mare. In cima a questo sorgeva il monastero di S. Sebastiano.

Questa struttura fu  fatta edificare dal patrizio Liberio pochi anni innanzi, di cui era Abate in quel tempo il diacono Servando. E' a dire che costui per fama sapesse di S. Benedetto e dei suoi fatti, perché l'accolse con tanta benignità d'ospizio, da formare tra loro una santa amicizia, di cui sarà narrato appresso. Anzi, l'essere andato di filato a quel monastero, mostra che già ne avesse conosciuto l'abate, e ne fosse amico.

E' fama tra gli Alatrini che s. Benedetto, a ricambiare Servando dell'ospitalità, della quale fu largo a sé ed ai suoi monaci, gli donasse una campana, che poi, trasportata dal monastero di S. Sebastiano in Alatri, tuttora esiste nel monastero delle Benedettine di quella città.

Interrogai di ciò uno della terra, degno di tutta fede, e riseppi che la campana non reca sulla esterna faccia segno o iscrizione di sorta, ma dalla sua forma arcaica congetturai che fosse veramente di quei tempi”.

 

 Il passaggio di San Benedetto ad  Alatri
 da - La: "VITA SAN BENEDETTO" di Luigi Tosti, cap. IV, paragrafo 3-

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