Molto singolare e sentita fu la vocazione, tra l’altro precocissima, di un degno figlio di S. Benedetto: Padre Celestino Maria Colombo. Nato a Milano il 28 febbraio 1874, Filippo Colombo avverte fin da fanciullo la chiamata al sacerdozio, e quindi alla vita religiosa. Entrato prima in seminario a Milano e poi da giovane seminarista tra i domenicani, a Torino, non riesce a sostenere le austerità della regola, a causa della fragilità della sua salute. Il giovane è però deciso a chiedere al Signore il dono della vocazione, che sente fortemente in cuore[1]. Decide per questo di andare digiuno da Como al Duomo di Milano, per implorare la grazia dalle mani della Madonna. Giuntovi sfinito, si prostra e prega, la Vergine lo ascolta e guarisce, tra lo stupore degli stessi medici curanti. Il 13 novembre 1895 entrato tra gli Olivetani, veste l’abito benedettino assieme ad altri undici novizi, assumendo il nome di Celestino. Il 24 agosto 1896 celebra la sua prima Messa, solo, all’altare della Madonna. Il 25 agosto 1896, senza che lo si attendesse, celebra la sua seconda messa nella cappella delle monache benedettine, e dal 1914 (Superiore, poi Abate al santuario di Rovigo), inizia la sua dedizione per le anime, il suo amore per Gesù Eucarestia, ma soprattutto, egli diviene, Padre delle benedettine del SS. Sacramento, assorbendone mirabilmente lo spirito, così da saper sostenere per anni le Comunità dell’ Istituto, anche nei momenti più gravi, con la sua guida provvida, illuminata, annientata. Si perché la sua vita si evidenzia proprio per questa caratteristica di una sofferenza morale portata in Cristo e con Cristo, a beneficio delle anime Da questo momento infatti egli diviene il padre specialissimo ed unico del giovane ramo italiano dell’Istituto; il Padre che non si risparmia, e tutto si spende per i monasteri della fondazione, con una cura spirituale e una luce anche sulle situazioni pratiche veramente provvidenziali. Quando infatti, non poteva muoversi perché malato, il pensiero, la preghiera, il ricordo era affidato alle lettere che inviava a quelle figlie lontane, di cui conosceva le numerose difficoltà e gli sforzi. Sempre il pensiero dominante di Padre Celestino era l’affermarsi del Regno di Dio, il trionfo di Gesù nelle anime. Il monastero di Alatri conserva bellissimi ricordi di questo straorinario padre spirituale tra cui una lettere che scrisse alla priora madre Scolastica Cattaneo, nel novembre del 1927: “ Penso alle dilette figlie dell’augusto Sacramento che ti hanno accompagnato per la nuova missione eucaristica in una regione dove vive tanto la memoria del nostro santo padre Benedetto e per tutte invoco: la benedizione dello Spirito Santo sia con voi. Oh, oggi e sempre sia con tutte voi lo spirito di sapienza, di semplicità, di forte prudenza e bontà compassionevole unita a paziente operosità! Sia con voi e rimanga con voi lo spirito eucaristico dell’Istituto,vero spirito di immolazione e di riparazione e trionfi nei vostri cuori lo zelo delle anime, dandoci per la conversione dei poveri peccatori. Grazie, mia buona figliola nel Signore … Grazie anche a tutte le altre buone figlie che mi hanno regalato i loro caratteri; vorrei rispondere ad una ad una … però ci incontreremo quotidianamente all’altare; là lo spirito nostro gode i conforti della divina intimità che si rileva a tutti senza limiti di distanza e diversità di località: quale felicità poter dire alle mie figlie di Alatri: sono sempre con voi perché Gesù è con voi … Siate tutte veramente buone; emulate le silenziose ed umili virtù di Gesù Sacramentato e procurate frutti di opere buone eucaristiche, specialmente di regolare osservanza. Le riforme costano sacrifici di vedute e di adattamento, formatevi quindi un ambiente di umiltà e di rinuncia di tutte quelle idealità che non sono ammesse dallo spirito benedettino eucaristico. Dite sempre si a tutto quello che vi porta ad amare ed imitare Gesù Sacramentato; non fidatevi mai di voi stesse; siate umili per essere le prime confidenti del Cuore Santissimo di Gesù Eucarestia. A questo scopo la mia povera benedizione, che chiedo sia benedizione efficace implorando l’aiuto della Celeste Abbadessa. Leggerò volentieri i caratteri delle figlie di Alatri e spero di venirvi, a non molto, a portare il saluto paterno. Dal 1932 al 1933, i viggi del padre Celestino nei monasteri aggregati si moltiplicano, nonostante fisicamente egli accusi un declino sempre più accentuato. Pare anzi, leggendo le lettere da lui indirizzate in quegli anni alle varie priore, che si faccia più pressante la necessità di lasciare ogni comunità ben organizzata e in ordine, nel presentimento di non poterle più seguire. Si legge, ad esempio, in due delle ultime lettere inviate a madre Scolastica Cattaneo: “ Ho visto con vera commozione del mio povero spirito quanto sia migliorata la comunità ed ho pure constatato l’eccellente disposizione dell’animo vostro a sempre meglio crescere nella virtù monastica ed assicurare cos’ la disciplina benedettina eucaristica. Mi congratulo proprio con te, e con le buone figlie benedettine del monastero di Alatri. Dio sia sempre con voi! Ricordo le buone novizie, lo zelo delle professe, il buon esempio delle anziane; faccio voti per le postulanti e pregherò il Signore che mi conceda tempo per poter accondiscendere al pio desiderio delle candidate ai voti perpetui, quando questa cosa sia pure approvata da mons. Vescovo di Alatri. Prego assai per tutte, affinchè il Signore dispensi le sue divine grazie e misericordie secondo il bene e le necessità di ciascuna. Ringrazio anche tutte le altre della memoria che serbano di me, ultimo tra le creature che Iddio sopporta su questa terra di lacrime” E ancora “Perseverate care e direttissime figlie nel vero spirito benedettino eucaristico; la rettitudine del cuore, l’umiliazione sincera, la pietà soda, la carità di compatimento, la disciplina monastica, tutte queste sante cose vi animino sempre e tutte, per raggiungere la vostra perfezione alla quale siete da Dio chiamate con particolare grazia e bontà divina.

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