Catherine Mectilde de Bar nacque il 31 dicembre 1614 a St-Diè, una cittadina della provincia di Lorena, in Francia.

Madre Mectilde Nel novembre del 1631, a soli 17 anni varcò la soglia del monastero delle Annunciate, a Bruyères; nel 1633 venne ammessa alla Professione e prese il nome di suor Caterina di S. Giovanni Evangelista.

Nella primavera del 1635 dopo la morte della Superiora, la Comunità era governata dalla giovane Caterina, per la impossibilità da parte dei Superiori di poter trasferire un'altra religiosa più anziana da un'altra comunità.
Nel dicembre del 1637 una buona signora mise Caterina in contatto con le Benedettine di Rambervillers. Vi si recò. Scoprì la regola di S. Benedetto e, dopo un anno, Caterina domandò di poter essere ammessa a professare quella regola.

Iniziò il suo noviziato il 2 luglio dell'anno seguente. Si chiamò suor Mectilde.
Grazie al provvidenziale aiuto di alcune dame francesi poté riprendere l'idea di una fondazione di suore con il fine principale dell'adorazione perpetua del SS. Sacramento. Nacque così la comunità giuridicamente costituita a rue du Bac. L'anno dopo, si trasferì a rue Ferou, nel fabbricato di una nobile famiglia, adattato a monastero, dove la regina Anna recitò la prima l'Ammenda onorevole, davanti al SS. Sacramento esposto per la prima volta.
Era il 12 marzo 1654.

La Madre Mectilde dopo una vita santa e carica di meriti, morì il 6 aprile del 1698, la prima domenica dopo Pasqua.
Il carisma di Madre Mectilde è innestato sulla S. Regola Benedettina, che permette alle monache di vivere lo stato di vittima in tutte le sue espressioni. La Madre così si esprime: "Se mi fosse permesso di descrivere nei particolari lo spirito e le disposizioni che deve avere una Benedettina, vedreste che, praticando fedelmente la S. Regola, ella sarebbe del tutto simile a un'ostia e entrerebbe in rapporti meravigliosi con Gesù nella SS. ma Eucaristia" (Il Vero Spirito cap. 19°). "Il rapporto e la connessione che esiste tra la Regola del grande Patriarca e l'Istituto dell'Adorazione perpetua, richiedeva che questa Santa Regola ne fosse la base e il fondamento; infatti quelle che appartengono all'Istituto devono condurre una vita austera, penitente e molto separata dal mondo, per essere vere vittime e degne riparatrici, e questa Santa Regola contiene tutto ciò in modo eminente".

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